Il principio della terapia elastocompressiva è l’applicazione sulla superficie cutanea di una pressione esterna destinata a controbilanciare le pressioni intra-venose patologiche.
I meccanismi d’azione e le conseguenze cliniche della terapia compressiva in flebolinfologia sono stati descritti in un grande numero di lavori scientifici e possono essere sinteticamente riassunti in:
a) azione sul sistema venoso superficiale e profondo, riduce il diametro delle vene superficiali e profonde/accellera il flusso venoso
b) azione sul volume ematico;
c) azione sui tessuti;
d) azione sul compartimento microvasculotissutale;
e) azione sul trombo venoso;
f) riconduce i liquidi interstiziali nel sistema venoso
g) migliora l’effetto della pompa muscolare e riduce il reflusso nelle vene perforanti.
La compressione esercitata sugli arti inferiori provoca la riduzione del calibro venoso, il conseguente miglior collabimento dei lembi valvolari sani e la riduzione dei reflussi patologici (perforanti incontinenti) sino al 30-40%. La compressione, sia con bende che con calza elastica terapeutica (CE), diminuisce in modo molto evidente la superficie di sezione delle vene gemellari, di contro la riduzione del calibro della vena poplitea è variabile, così come quello della vena femorale comune, mentre il volume delle varici superficiali appare sempre ridotto.